Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809–1847)
Opere per organo
Sonata III in la maggiore, op. 65 n. 3 *
Sonata II in do minore, op. 65 n. 2 **
Preludio e fuga in do minore, op. 37 n. 1 *
Sonata V in re maggiore, op. 65 n. 5 **
Sonata VI in re minore, op. 65 n. 6 *
Livia Mazzanti (*)
Francesco Finotti (**)
all'Organo Steinmeyer della Chiesa Evangelica Luterana di Roma
Registrazione dal vivo (20 e 22 ottobre 2009)
AYRE CLASSICS AYCD200902
Presentazione
Eccellente virtuoso, profondo conoscitore dello strumento e della sua letteratura, devoto cultore dell'opera di Johann Sebastian Bach e dunque dello strumento-simbolo del grande Kantor di Lipsia, Mendelssohn dedica all'organo pagine di una luminosa intensità espressiva e non di rado di una impressionante modernità (si vedano l'incedere propriamente sinfonico di alcuni episodi esaltanti, ma anche l'atmosfera intima e raccolta di taluni movimenti lenti, struggenti e pieni di pathosalla maniera introversa che a lui più si confaceva). Tali pagine assumono nel contesto ottocentesco cui appartengono un valore propriamente fondativo sì da divenire, all'indomani del lungo intervallo silente (circa tre quarti di secolo di assenza dell'organo dalla grande musica europea tra Sette e Ottocento), modello e sprone per la costituzione del repertorio più recente.
Le sei Sonate e la serie dei tre Preludi e fughe condensano dunque l'intero capitolo della produzione organistica di Mendelssohn e inaugurano una stagione assai florida sia pure meno esibita dell'esperienza musicale romantica, fungendo da tramite ideale tra l'età di Bach e le nuove frontiere del pensiero compositivo moderno, che proprio a partire dalla seconda metà dell'Ottocento si apprestava ad affidare all'organo imprese almeno pari a quelle sinfoniche e orchestrali coeve.
[dal commento di Daniela Margoni Tortora]